ARTICOLI SUI ROTOLI DI QUMRAM E LA SETTA DEGLI ESSENI

martedì 5 maggio 2009

Che schifo credere che Gesù era un mago esseno,come fanno le sette occulte teosofe e new-age!

DAL CENTRO ANTI-BLASFEMIA
Conosciamo il falso cristiano defunto P. Pixner,che asseriva che Gesu' era esseno.,
Noi da anni conosciamo tutto sugli esseni,possediamo volumoni e siamo in contatto diretto con
i gruppi di archeologi in Israele.Gli esseni erano eretici,credevano in scienze pagane,come
l'astrologia,facevano oroscopi,e creavano ammuleti magici e facevano anche altre cose tipo
riti di sesso sacro.Se volete potete documentarvi.Chi asserisce che Gesu' era esseno
nega la sua divinità,Gesù è sceso dal cielo,la sua dottrina viene dal Padre,non andò
a cuola dai rabbini,e nemmeno dai maghi esseni,non ne aveva bisogno.
Ha fatto scandalo ultimamente,la dichiarazione del Papa,che pensa he Gesù
era amico degli esseni,come dice Enzo Bianchi,che ora nega.
La chiesa cattolica è cambiata,hanno accettato il film;"I GIARDINI DELL'EDEN" di A. D'alatri,dove Gesù va in India
e poi impara la magia dagli esseni,però quando il secolo scorso gli atei accusavano
Gesù di essere esseno,la chiesa cattolica faceva battaglie dure contro di loro,
perché un Gesù esseno porta al crollo della religione cristiana.Il cristianesimo
passerebbe da una religione rivelata,a una setta eretica ebraica.
Secondo gli esperti Gesù e gli esseni litigherebbero di continuo,un esempio fra mille.
Gesù e i farisei non andavano d'accordo sul rispetto del sabato e della purità,
ora gli esseni erano più rigorosi dei frisei,se i farisei volevano uccidere Gesù per queste regole,
figuriamocci gli esseni.Poi gli esseni erano monaci-soldati si prepravano
a fare la guerra ai romani,aspettavano un Messia guerriero e non un Messia celeste come Gesù.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------I GIARDINI DELL'EDEN

http://www.mymovies.it/pubblico/articolo/?id=208816


A. D'Alatri,ha fatto questo film per dimostrare che Gesù non era Figlio di Dio, nato dallo Spirito Santo,nemmeno un profeta un Santo,ma un giovane ignorante che per farsi strada andò a caccia d' avventure.Così nel film vediamo Gesù che lascia la ragazza che lo vuole,e con i risparmi di sua madre parte a caccia di avventure.Entra nella guerriglia zelota anti-romana,si ferisce un braccio, poi diventa carovaniere e va in India,qui vede la statua di Budda,non sa cosa fare e chiede consiglio all'amico carovaniere,gente impura,pagana e criminale. Poi lo vediamo,sotto la luna passare la notte con una ragazza esotica. Finisce nel monastero di Qumran,dagli esseni che gli insegnano le arti magiche e come guarire.Viene preso dalle ossessioni,va via dal monastero,e chiede consiglio a G.Battista,su cosa deve fare,il quale gli consiglia il deserto. Qui,vince l'ossessione,e prende in braccio e culla il matto che l'ossessionava. Poi lo vediamo intento a curare un cieco,poi incontra dei pescatori,ai quali chiede di insegnargli a pescare gli uomini,ed inizia così la sua avventura di guaritore con i segreti esseni.Per fare questo film,D'Alatri non si è ispirato ai vangeli ufficiali,ne tanto meno ai vangeli apocrifi e gnostici,dove Gesù e ancora più divinizzato,per non parlare dei manoscritti di Qumran del Mar Morto,che sono copie del Vecchio Testamento e regole della comunità essena e opere di divinazione e astrologia,dove non c'è traccia di Gesù, chiuque vuole verifichi.In verità D'Alatri ha realizzato questo film insieme allo scrittore Miro Silvera,il quale ha publicato l'omonimo romanzo(ed.Piemme e Feltrinelli).Per costruire il loro Gesù dai 12-30 anni,D'Alatri-Silvera hanno lavorato di fantasia,,prendendo qualche spunto nei recenti libri e romanzi di teosofia e New-Age,dove si para di un Gesù che va in India,per finire negli esseni.Però mentre nella teosofia e New-Age,Gesù è un grande iniziato,nel film Gesù è un ignorante ,un peccatore libertino,un guerriero zeloto,un caraovaniere,un sincretista e mago esseno.Questo Gesù,non sarebbe stato accettato dagli ebrei religiosi e pii,e il cristianesimo non sarebbe mai nato. Il Gesù dei vangeli ufficiali,ma anche apocrifi e gnostici è totalmente diverso,prima di tutto Gesù preesisteva,egli stesso insegnava che era il Figlio di Dio sceso dal cielo,e prima che Abramo fosse Lui era,e il Padre lo aveva mandato,e non aveva bisogno di nessun maestro terreno,tanto meno degli eretici esseni,Lui si definiva l'unico vero Maestro,la Luce del mondo,la sua dottrina veniva dal Padre,era Re per questo era venuto in questo mondo che non era il suo regno,non aveva bisogno dei rozzi e crudeli zeloti,ma disponeva di Legioni d'Angeli,infatti gli Angeli lo servivano.Gesù,nacque per opera dello Spirito Santo,era divino e Santo dalla nascita,già a 12 anni dichiara che si deve occupare delle cose che riguardano il Padre suo.Fino ai 30 anni visse a Nazaret,lavorava,costruiva aratri.Era talmente Santo, che quando da Nazaret si recò da G.Battista,questi voleva lui stesso farsi battezzare da Gesù. Gesù,disse al Battista,che era doveroso adempiere ogni giustizia,quindi Gesù entrò in acqua,ma risalì subito,essendo senza peccato,ed ecco il cielo si aaprì e lo Spirito Santo,sotto forma di colomba scese su di lui,e venne una voce dal cielo che diceva :"Questi è il mio Figlio diletto nel quale ho posto la mia compiacenza".Dio stesso,testimoniava la natura divina,e la santità del suo Unigenito Figlio Gesù Salvatore. l

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MARCO VANELLI-CATECHISTA-LUCCA

Inserito in concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia dopo la defezione del regista americano Mike Figgis, I giardini dell’Eden era assai atteso per la curiosità dell’argomento affrontato: gli anni giovanili di Gesù.

Alessandro D’Alatri, coadiuvato dallo sceneggiatore ebreo Miro Silvera, ha scelto di raccontare il periodo che i vangeli trascurano, cioè gli anni che vanno dai dodici (quando troviamo Gesù a Gerusalemme con i dottori del tempio, dopo di che si sa che crebbe "in sapienza, e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,52) ai trenta, quando inizia la predicazione (Lc 3,23).

L’idea in sŽ era ottima, dal momento che si poteva cercare di mostrare il quotidiano di Gesù a Nazaret, il suo vivere «laicamente» nella realtà del tempo, la sua partecipazione alla vita della città e il suo impegno professionale come carpentiere (Mc 6,3), il suo essere messia anche senza gesti messianici, il suo essere il salvatore passando inosservato. E’ un Gesù che ci manca quello, di cui abbiamo bisogno a volte come punto di riferimento nella vita familiare e lavorativa di tutti i giorni. E’ il Gesù preso a modello da Charles De Foucauld per la sua congregazione, il Gesù segreto, il Gesù silenzioso, il Gesù operaio, il Gesù laico.

D’Alatri — tanto vale dirlo subito — opta per un Gesù-New Age, tormentato giramondo, che scopre la sua vocazione dopo aver fatto esperienze fuori di Nazaret, dopo aver lasciato la bottega paterna dove lui è l’unico tra i figli di Giuseppe ad avere gli occhi azzurri. Questo del colore degli occhi è il principale motivo di alterità rispetto alla sua famiglia. Di Giuseppe, falegname e rabbino, viene sottolineato che ha già avuto figli da matrimoni precedenti e poiché in cuor suo soffre a dover applicare la legge mosaica che prevede la lapidazione nei confronti delle donne che hanno commesso adulterio con i soldati romani, si capisce che ha accolto Maria presso di sŽ per salvarla da analoga fine. Da dove vengano, quindi, i cromosomi degli occhi azzurri il film non lo dice: forse da un Padre celeste, forse da un soldato romano di origini nordiche [sia detto assolutamente per inciso: questa era la teoria di un certo Adolf Hitler].

Perché Gesù-New Age? Perché il giovane Jeoshua, così« si chiama, a un dato punto della sua vita familiare decide di seguire le orme del cugino Giovanni, contestatore desideroso di lasciare la natia Nazaret [sic] per conoscere i fermenti della capitale. Anche Jeoshua parte, e a Gerusalemme entra in contatto con i fondamentalisti zeloti, i mercanti che fanno viaggi in oriente e, da l«, con gli esseni della comunità di Qumran, sul Mar Morto. In questo itinerario rientra anche un accenno di idillio con una ragazza durante la sosta in un’oasi, momento garbato descritto con delicatezza. Un Gesù giovane, quindi, pensato come i giovani di oggi, neoromantici che vanno dove li porta il cuore.

Il cuore di Jeoshua lo porta in oriente, di fronte a una statua del Buddha, dove si pone in meditazione. Quella di far incontrare Gesù con il buddismo attraverso le vie dei mercanti rientra appieno nelle fantasticherie della letteratura New Age, sempre più pseudo-archeologica e pseudo-storica. Fatto sta che al ritorno dall’oriente Jeoshua dichiara testualmente che: "ogni uomo ha la sua verità" e che "se rispetterai il tuo cuore non avrai niente da temere". Non è chiaro se poi dopo i trenta anni Gesù metta la testa a partito e riveda le sue affermazioni giovanili correggendole con "io sono la verità" (Gv 14,6) e "dal cuore degli uomini escono le intenzioni cattive" (Mc 7,21).

Inoltre ad accompagnare il viaggio di Jeoshua ci sono un paio di eloquenti inquadrature al cielo azzurro con le nuvole in viaggio, praticamente la cifra stilistica e estetica della Nuova Era: basta guardare le copertine dei CD o delle riviste annesse. E se non bastasse, una volta entrato nella comunità degli esseni ed aver imparato varie discipline, Jeoshua se ne va dopo un lungo discorso di accusa alla rigidità della loro regola, il loro formalismo, il loro vivere lontani dalla gente. Rifiuta cioè la dimensione organizzata e istituzionale della vita religiosa, evidente allusione alla chiesa d’oggi, al punto che D’Alatri lo fa guardare per due volte in macchina (verso gli spettatori) durante il suo discorso, per rafforzarne l’attualità.

Fosse solo per questo, il film si aggiungerebbe alle altre versioni personalizzate della figura del Cristo che in letteratura e al cinema sono sempre esistite, spesso anche stimolanti per la fede di un cristiano (si pensi al tanto frainteso film di Scorsese). Ma D’Alatri va oltre e pretende di dare veridicità storica alle sue fantasie. Così« incastra il racconto filmico tra un prologo di carattere storico e un epilogo fedelmente evangelico, così« da suffragare ciò che ha inventato in mezzo.

L’inizio mostra il ritrovamento casuale avvenuto nel 1947 in Palestina dei rotoli della comunità di Qumran, abbandonati dentro strette giare di terracotta. Si trattava di testi biblici e regole della comunità logorati dall’uso dei monaci, ma che per rispetto non potevano essere distrutti. Così li seppellivano nelle grotte intorno alla comunità, in una delle quali un pastorello li scoprì accidentalmente cinquant’anni fa inseguendo una capra. L’episodio, ricostruito con grande precisione, apre il film e fa scattare un flash back all’anno 30 quando Jeoshua, accolto dai monaci, racconta loro la sua storia.

Al termine di questa parte centrale Jeoshua segue l’esempio di un altro monaco insofferente alla regola [si tratta di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti] e se ne va da Qumran. I pochi episodi che seguono coincidono con la vita pubblica di Gesù: il battesimo, il deserto, la chiamata dei primi discepoli, la guarigione della suocera di Pietro.

Quindi D’Alatri pone il suo Gesù adolescente e giovane [ma a trenta anni si era già adulti da un pezzo nel mondo antico] tra la cronaca storica (il prologo) e il vangelo (l’epilogo), creando un’apparente continuità logica che invece puro racconto filmico.

Con questo non vogliamo mettere in dubbio l’onestà della ricerca personale di D’Alatri nei confronti di Gesù. Egli afferma di aver letto più di cinquecento testi, di essersi consultato con biblisti e teologi [anche con Enzo Bianchi della comunità di Bose, ci risulta], di aver riscoperto il vangelo dopo anni di un cattolicesimo distratto e formale. Di questo non possiamo che gioirne. Ma il suo film crea solo confusione e si dirige pericolosamente verso il sincretismo delle Nuove Tendenze che già su queste pagine abbiamo cercato più volte di smascherare.

Il discorso di D’Alatri si fa debole, inoltre, sul piano artistico, dato che il film ha un andamento prettamente televisivo, con scenari da Bibbia-tv, luci false e attori dallo scarso mordente. Kim Rossi Stuart fa bella mostra di sŽ, ma non basta a creare un personaggio credibile. Purtroppo per D’Alatri non serve nemmeno per richiamare quei fantomatici giovani spettatori, cui il film sembra diretto, nelle sale, visto che sta andando malissimo al botteghino. E a poco servono anche le apparizioni-specchietto di Jovanotti e Saturnino.

In Toscana si è visto solo in due cinema d’essai, a Firenze e Pisa. Qualora uscisse anche nella provincia di Lucca i catechisti e gli operatori pastorali farebbero bene a precipitarsi a vederlo, proprio per valutare di persona come anche Gesù possa essere oggetto di una rilettura in chiave con i Tempi Nuovi. Una lettura in apparenza innocua, buonista e spiritualista. Tanto che buona parte della critica cattolica ha approvato e difeso il film durante e dopo la Mostra veneziana. D’Alatri sta attualmente girando l’Italia per presentarlo nelle diocesi e ha ricevuto il placet da parte di don Dario Viganò [responsabile per il cinema della Cei], mons. John Foley [presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali] e mons. Enrique Planas [direttore della cineteca vaticana]. Il «Messaggero di Sant’Antonio» ha pubblicato una lettera del regista a tutti i parroci italiani e «Famiglia Cristiana» n. 37 ha messo in copertina Kim Rossi Stuart in versione Jeoshua, titolando: Il vangelo fa ancora notizia. Dall’ultimo Gesù cinematografico alla nostra Bibbia a fascicoli [ogni commento ci sembra superfluo].

E’ bene non solo che i catechisti lo vedano, ma che ci accompagnino i gruppi giovani e ne discutano, ne facciano una lettura attenta e dettagliata, spieghino in cosa e perché Jeoshua non è Gesù, dove stanno i trabocchetti e se tutti siamo d’accordo nel considerarli trabocchetti.

Non dimentichiamo che D’Alatri ha al suo attivo anche la campagna pubblicitaria Lavazza, di cui ci siamo già occupati in passato (cfr. «Educare alla fede» n. 10, dicembre 1996). Afferma in proposito D’Alatri:

]] Delle promesse più grandi che nel vecchio testamento veniva fatta agli ebrei era il Giardino dell’Eden. [...].E la promessa di un premio finale, così straordinaria come quella dei Giardini dell’Eden, era in qualche modo a me vicina come la promessa cattolica del Paradiso. In quel periodo lavoravo già da un po’ di tempo a una fortunata campagna pubblicitaria per un noto caffè, ambientata proprio in Paradiso, che anziché risultare blasfema e irriverente, era piaciuta moltissimo agli italiani. Era un paradiso che aveva colpito l’immaginario di tutti. Fatto di nuvole di cotone e fondali cielo, e tutto nello stereotipo dell’immaginario collettivo sembrava corretto" (da: Alessandro D’Alatri-Miro Silvera, Attraversando i Giardini dell’Eden, Frassinelli, 1998, p. 8).

Tutto nello stereotipo dell’immaginario collettivo sembrava corretto: può essere vero per il paradiso consumista del caffè Lavazza, può essere vero per il Gesù pre-evangelico dei Giardini dell’Eden. Ma «sembrare» non è «essere» e la nostra fede si basa su qualcosa di più concreto che le nuvole di cotone e i fondali color cielo.


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salvacancella

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I GIARDINI DELL'EDEN DI A.D'ALATRI-UN GESU' NEW-AGE-PAGANO ACCETTATO DALLA CHIESA CATTOLICA raimondo




----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ENZO BIANCHI ACCUSATO DI RESIA PER AVER DETTO,CHE FORSE GESU' ERA AMICO
CON GLI ESENI

http://www.collettivamente.com/articolo/406347.html


[status: godo con poco ON]

Spesso Enzo Bianchi è stato preso per i fondelli, se non accusato di quasi
ereticità, per alcuni sue opinioni esegetiche riguardanti Gesù e la sua
vicinanza o conoscenza alla comunità degli esseni.
Non si tratta delle minchiate di fantastoria che tanto trovano successo
negli scaffali delle librerie e nelle bacheche di ICR; più semplicemente a
partire dagli scritti neotestamentari, l'analisi del Battista, del suo stile
di vita, della sua predicazione e del rito di purificazione, lo accostava
alle consuetudini della comunità ebrea nota per Qumran.

Lo stesso dicasi per Gesù, la sua predicazione, il suo celibato e la
vicinanza al Battista.
Per non parlare dell'"ultima cena" secondo Giovani (forse il più attento al
rispetto della cronologia degli avveniemnti Pasquali) che giustappunto
coinciderebbe con il calendario esseno e permetterebbe lo svolgimento del
processo religioso e romano in tempi umanamenti accettabili.

Comunque Bianchi sempre a sottolineato che si trattasse di sue opinioni
personali e solo di ipotesi (nessuno parla di Gesù come esseno) su questioni
marginali.

Ora il Papa, quello che per Magister ed Magisteriali di ICC è nemico di
Bianchi, Martini icrc & co., afferma la stessa cosa, prima nella predica del
Giovedì Santo*, poi nel suo testo sulla vita di Gesù.

Interessante questa mattina sentire padre Livio di radio Maria, dare ragione
al papa, sottolineando la logicità del ragionamento del Santo Padre, quasi
l'ovvietà.
Salvo dimenticarsi che lui era uno di quelli che riteneva delle fesserie
l'accostamento di Gesù con gli esseni.

[godo con poco OFF]

*:
La scoperta degli scritti di Qumran ci ha nel frattempo condotto ad una
possibile soluzione convincente che, pur non essendo ancora accettata da
tutti, possiede tuttavia un alto grado di probabilità. Siamo ora in grado di
dire che quanto Giovanni ha riferito è storicamente preciso. Gesù ha
realmente sparso il suo sangue alla vigilia della Pasqua nell'ora dell'
immolazione degli agnelli. Egli però ha celebrato la Pasqua con i suoi
discepoli probabilmente secondo il calendario di Qumran, quindi almeno un
giorno prima - l'ha celebrata senza agnello, come la comunità di Qumran, che
non riconosceva il tempio di Erode ed era in attesa del nuovo tempio.
lnk.in/4np9
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STESSA CRITICA AL PAPA


http://www.luigiaccattoli.it/blog/?p=412
Chi non conosceva da vicino gli scritti del cardinale e teologo Ratzinger è restato sorpreso il Giovedì Santo di quest’anno ad ascoltare – con l’omelia della messa “in coena Domini” – quanto il nostro papa simpatizzi per la comunità degli Esseni e il suo verosimile rapporto con “Gesù e la sua famiglia”: l’ipotesi che egli abbia festeggiato la Pasqua seguendo il calendario degli Esseni e che la sua – quindi – sia stata una “cena” senza agnello. Forse il papa ha concesso troppo a un’ipotesi suggestiva, forse non è ragionevole supporre che Gesù potesse fare suo un calendario alternativo a quello del Tempio, ma qui non mi interessa quella questione da specialisti, voglio solo segnalare un’altra occasione in cui Benedetto esprime quella stessa simpatia: ed è il primo capitolo del volume su Gesù (vedi post del 6 maggio e precedenti), dedicato al battesimo nel Giordano. Descrive la scoperta dei papiri di Qumram e così prosegue:Ci colpisce la devota serietà di questi scritti: sembra che Giovanni il Battista, ma forse anche Gesù e la sua famiglia, fossero vicini a questa comunità. In ogni caso i manoscritti di Qumram presentano molteplici punti di contatto con l’annuncio cristiano. Non è da escludere che Giovanni il Battista abbia vissuto per qualche tempo in questa comunità e abbia in parte ricevuto da essa la sua formazione religiosa (34)Ecco un brano che ci dice quanto sia viva e recettiva la ricerca del volto di Gesù condotta da Ratzinger in tutta la sua vita e l’entusiasmo da cui fu preso – in gioventù – quand’ebbe a conoscere i testi di Qumram. Entusiasmo di chi meglio poteva intendere, grazie a quel raffronto, le parole e i gesti di Gesù. Il segreto di un libro scritto dal papa sta anche in queste curiosità che suscita e appaga. Il cristiano Ratzinger può entrare in diatribe, esprimere preferenze e struggimenti, esporsi in ipotesi che un papa non oserebbe stante la responsabilità che porta. Ed ecco l’idea di muoversi senza rete, come sospendendo la propria pretesa magisteriale, per dire tutto e meglio attirare l’interesse dei contemporanei e contribuire – anche per questa via – a far conoscere Gesù all’umanità di oggi. Per porsi pienamente come apostolo il papa scende dalla cattedra e cammina con noi per un tratto di strada.

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http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

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