ARTICOLI SUI ROTOLI DI QUMRAM E LA SETTA DEGLI ESSENI

martedì 5 maggio 2009

Archeologi: gli Esseni non hanno mai scritto i Rotoli del Mar Morto

Archeologi: gli Esseni non hanno mai scritto i Rotoli del Mar Morto
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Situato sulla riva nord-occidentale del Mar Morto, Qumran è noto in
tutto il mondo come luogo in cui gli Esseni, ampiamente descritti in
studi, conferenze ed esposizioni come una sorta di “monaci” ebrei,
avrebbero abitato e scritto i Rotoli del Mar Morto. Tuttavia,
basandosi su risultati che saranno presto resi pubblici, archeologi
israeliani attualmente sostengono che Qumran “manchi di qualsiasi
originalità.”

L’ultima ricerca si ricollega ad una scuola di pensiero in via di
espansione che tenta di sfatare il “mito di Qumran”, affermando che
non solo gli abitanti di Qumran avrebbero vissuto vite agiate, ma non
avrebbero affatto scritto i rotoli.


Due archeologi israeliani, Yuval Peleg e Itzhak Magen, hanno
recentemente completato 10 stagioni di scavi a Qumran, sponsorizzate
dall’Amministrazione civile di Giudea e Samaria. Si tratta dei
maggiori scavi effettuati dopo quelli condotti da Roland de Vaux,
mezzo secolo fa. Tra i ritrovamenti vi sono numerosi pezzi di monili,
vetro importato e preziosi contenitori per cosmetici in pietra.


“E’ impossibile sostenere che il popolo vissuto a Qumran fosse
povero,” ha dichiarato Peleg. “E’ altrettanto impossibile che de Vaux
non abbia visto i ritrovamenti che abbiamo visto noi. Egli ha
semplicemente ignorato ciò che non gli faceva comodo.”


Qumran è diventato famoso in seguito alla scoperta nel 1947 di alcuni
rotoli nelle grotte vicine. Il Prof. Eliezer Sukenik attribuì per
primo la scrittura dei rotoli agli Esseni. Successivamente, il monaco
domenicano e archeologo Roland de Vaux, scolaro dell’Ecòle Biblique di
Gerusalemme, scavò Qumran dal 1951 al 1956. De Vaux concluse che il
sito era servito da centro comunitario e di copiatura di rotoli per
gli Esseni che, secondo lui, abitavano nelle grotte dei dintorni.
L’archeologo Ygael Yadin, figlio di Sukenik, sostenne le conclusioni
di de Vaux, come fece la maggior parte degli studiosi dell’epoca.


I Rotoli del Mar Morto sono ampiamente considerati come la più
importante scoperta archeologica mai avvenuta in Israele. Essi
rappresentano l’unico compendio di scritti contemporanei sopravvissuti
al periodo del Secondo Tempio e costituiscono, pertanto,
un’inestimabile fonte d’informazione sui costumi dell’epoca. I Rotoli
del Mar Morto sono, inoltre, i più antichi rotoli biblici mai
scoperti.


I primi sette rotoli furono ritrovati da pastori beduini nel 1947. Tre
di essi furono acquistati da Sukenik, mentre gli altri furono comprati
anni dopo da Yadin. Gli scavi di de Vaux, compiuti quando Qumran si
trovava in mano giordana, hanno portato alla luce centinaia di altri
rotoli, la maggior parte dei quali in cattive condizioni. Il più
importante di questi è il Rotolo del Tempio, acquistato da Israele
successivamente alla Guerra dei sei giorni. Alcuni dei principali
rotoli sono esposti all’interno dello “Shrine of the Book”, attrazione
principale del Museo di Israele a Gerusalemme.


Benchè il collegamento tra Esseni e Qumran sia stato accettato dalla
maggior parte degli studiosi, nel corso degli anni, le domande senza
risposte relative al sito si sono moltiplicate. De Vaux non pubblicò
mai le relazioni complete dei suoi scavi. I suoi ritrovamenti sono
sparsi in numerosi magazzini e molti potrebbero esser andati perduti.
Negli ultimi anni, gli archeologi hanno iniziato a sostenere che de
Vaux avesse nascosto di proposito alcuni ritrovamenti che non si
adattavano alla sua teoria.


“De Vaux scrisse di aver trovato solo terraglie ordinarie,” ha
spiegato il Prof. Yizhar Hirschfeld dell’Univesrità ebraica di
Gerusalemme. “Ed egli ha conferito grande significato al ritrovamento
di sette bagni rituali. Oggigiorno si sa che la presenza in un luogo
di numerosi bagni rituali non è insolita.”


Quando Hirschfeld pubblicò un articolo nel 1994 che metteva in
discussione le conclusioni di de Vaux e Yadin, le risposte che
ricevette furono quelle di “veri credenti e non di scienziati,” ha
dichiarato.


Nel 1995 il Prof. Norman Golb dell’Università di Chicago scatenò un
terremoto accademico quando accusò gli studiosi dei Rotoli del Mar
Morto di celare al pubblico alcune informazioni. Golb sosteneva che i
rotoli provenissero originariamente da diverse librerie di Gerusalemme
e fossero stati portati a Qumran e nascosti nelle grotte vicine per
assicurarne la sopravvivenza durante la grande rivolta ebraica contro
i Romani (66-73 e.v.). Golb fondò la sua teoria sul fatto che i rotoli
furono scritti da più di 500 mani diverse. Egli e altri studiosi
notarono che alcuni dei rotoli facevano riferimento a varie sette
attive all’interno della società ebraica del tempo, alcune delle quali
erano rivali degli Esseni. Essi affermarono che questo fatto fosse
stato tenuto nascosto dagli studiosi dei rotoli.


Secondo Hirschfeld i ritrovamenti di Qumran sono “rivoluzionari e
contraddicono tutto ciò che sappiamo di qualsiasi aspetto degli
Esseni.”


Ma tra i sostenitori della teoria tradizionale, vi sono coloro che
restano irremovibili. Il Dott. Magen Broshi, ex direttore capo dello
Shrine of the Book e coniatore della definizione di Qumran quale “il
più antico monastero del mondo occidentale,” ha dichiarato di non
credere alle notizie dei ritrovamenti di monili e vasi per cosmetici a
Qumran. “Se tali oggetti sono stati ritrovati, essi non provengono dal
sito stesso, ma appartengono piuttosto alla guarnigione romana
stabilitasi lì in seguito alla sua distruzione,” ha dichiarato.
Secondo Broshi “ancora oggi il 98 o 99% degli studiosi ritiene che
Qumran fosse un monastero esseno.”


Gli Esseni costituivano uno dei numerosi gruppi attivi verso la fine
del periodo del Secondo Tempio. In scritti contemporanei, quali quelli
dello scrittore ebreo Giuseppe Flavio, essi sono descritti come un
gruppo che rifiutava il materialismo e si teneva lontano dai centri
popolati. Lo storico romano Plinio il Vecchio notò che un gruppo di
Esseni aveva abitato l’area di Ein Gedi, sulla riva occidentale del
Mar Morto, a sud di Qumran. Gli studiosi tendono a vedere gli Esseni
vicini alla concezione del mondo di Gesù e dei primi Cristiani,
soprattutto per la loro scelta di povertà quale modo di vivere. Molti
studiosi ritengono che Giovanni Battista sia stato influenzato dagli
Esseni, estendendo così l’interesse suscitato dall’argomento non solo
ai circoli accademici, ma ad un più vasto pubblico di studiosi
cristiani e gente laica. Ciò ha fatto sì che gli Esseni rappresentino
il gruppo dell’epoca maggiormente studiato.


(Da: Haaretz, 31.07.04)


http://www.israele.net/sections.php?id_article=313§ion_cat

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